#vitadastartupper Ricerca e impresa, mind the gap! Intervista a Lucia Pallottino fondatrice di Proxima Robotics

Tra le nuove arrivate nel nostro Incubatore d’impresa c’è una startup che realizza robot autonomi, amichevoli, sicuri e altamente personalizzabili. Si chiama Proxima Robotics ed è stata fondata da un team di ricercatori specializzati in robotica.
Abbiamo intervistato una dei suoi fondatori, Lucia Pallottino. Ecco cosa ci ha raccontato Lucia della sua #vitadastartupper.

 

Presentati in 20 parole.
Sono Lucia Pallottino. Sono una matematica con un dottorato in Ingegneria Robotica. Completati gli studi universitari, ho intrapreso la carriera accademica diventando professoressa associata in Robotica all’Università di Pisa.

Cosa ti ha spinto a fondare la tua startup?
Da una parte la curiosità verso il mondo imprenditoriale, che sotto diversi aspetti può essere diverso e lontano da quello della ricerca, dall’altra la volontà di offrire agli studenti universitari un’opportunità di crescita professionale al di fuori dell’università. E poi un terzo elemento, anche questo importante: il settore della robotica, tecnologicamente molto avanzato, vive uno scollamento tra ricerca e realtà industriale; in questo gap c’è margine per fare business.
Molte piccole e medie imprese italiane pensano di non potersi permettere gli investimenti necessari per mettere in atto processi di digitalizzazione robotica e che questo tipo di soluzioni siano riservate alle grandi imprese. Ma oggi non è più così. Noi possiamo realizzare robot di nuova generazione che hanno costi contenuti, alla portata di una piccola e media impresa, e la cui intelligenza – la parte software – è molto più avanzata di quelli presenti sul mercato da diverso tempo.

Raccontaci la cosa più sorprendente che ti è capitata da quando hai iniziato a pensare all’idea di fondare la tua startup.
Dal punto di vista personale, è stato sorprendente averlo fatto. La vita accademica è già molto impegnativa, dare avvio a un’impresa significa cominciare anche un altro lavoro.
Dal punto di vista aziendale invece, è stata sorprendente la rapidità con cui siamo entrati in contatto con altre realtà aziendali interessate a usare robot di nuova generazione. Mi aspettavo una partenza lenta, invece siamo entrati velocemente in un circolo virtuoso di relazioni che ci ha consentito di incontrare subito i nostri primi clienti e di avere molte richieste.

Guardando al futuro prossimo, qual è la sfida che vedi davanti a te?
La sfida sta nel gestire la crescita della startup e nel capire ora quello che può succedere da qui a tre anni, perché da questa proiezione dipendono molte scelte aziendali importanti: a quali progetti e a quale segmento di mercato dare priorità, quali e quante persone assumere, quali e quanti investimenti fare e in che tempi. Insomma, ci sono tante variabili in gioco.
E poi ci sono le sfide quotidiane della robotica che ci vengono dalle richieste dei nostri clienti e possono spaziare dall’applicazione per l’agricoltura, al robot per la logistica, al robot che interviene in ambienti contaminati. Con le nostre competenze possiamo realizzare robot completamente diversi che rispondono ai problemi specifici di vari settori. È un tipo di sfide che ci piace moltissimo!

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