#apropositodi Comunità Energetiche Rinnovabili – Case Study – CAPANNOLI

Le comunità energetiche rinnovabili sono associazioni composte da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali e privati cittadini, che scelgono di dotarsi di infrastrutture e mettere in atto una serie di azioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo, attraverso un modello basato sulla condivisione volto a ridurre il consumo energetico. L’idea alla base di queste comunità è quella di creare uno spazio in cui le persone possano riunirsi per condividere risorse e conoscenze sulle fonti di energia rinnovabile.
Ne abbiamo parlato con Arianna Cecchini, sindaca di Capannoli, che ci ha spiegato la visione, gli aspetti economici, i benefici attesi e l’impatto ambientale che stanno alla base della scelta del Comune di creare una comunità energetica, un percorso che il Polo Tecnologico sta supportando in tutte le sue fasi.

Qual è stata la motivazione principale per l’istituzione di una comunità energetica nel vostro comune?
Il Comune di Capannoli aveva già iniziato un percorso approvando il PAES e aderendo al patto dei sindaci. Dopo la pandemia di Covid, nel momento in cui c’è stata la crisi energetica e i costi dell’energia sono schizzati alle stelle, l’amministrazione comunale ha scelto di avviare il percorso della comunità energetica. Un percorso non dovuto, perché non era stato previsto nel nostro programma di governo al momento delle elezioni avvenute 5 anni fa, ma un percorso sicuramente virtuoso che darà la possibilità alle famiglie di ridurre la spesa per l’energia elettrica. Ciò grazie al fatto che l’amministrazione comunale da tempo aveva e ha ancora la disponibilità di un terreno su cui potremo realizzare un impianto fotovoltaico, poiché si tratta di un terreno che dal punto di vista urbanistico è già destinato a tale scopo.

Quali sono i principali benefici che si prevede di ottenere dalla comunità energetica per i cittadini e per il comune stesso?
Sicuramente ci saranno dei benefici per i cittadini, per le imprese, per le associazioni e per il comune stesso. Siamo partiti da un gruppo di interessati costituito da aziende che sono le maggiori consumatrici di energia rispetto alle famiglie e alle associazioni. Ma il ritorno economico non si limiterà solo alle aziende, ci sarà un ritorno economico anche per le famiglie, per le associazioni e per il comune stesso, perché anche gli immobili comunali sono energivori.

Come si inserisce questo progetto nella visione più ampia dello sviluppo sostenibile del comune?
Il nostro sguardo non va solo al portafoglio; la scelta di aderire alla comunità energetica è una scelta ambientale forte: oltre a avere un ritorno economico, le aziende locali e tutta la cittadinanza contribuiscono a guardare al futuro in un’ottica di sostenibilità. Un’amministrazione comunale che si fa promotrice di questa iniziativa dà un imprinting chiaro al proprio programma di governo.

Come verranno coinvolti i cittadini nel progetto? Ci saranno incentivi per incoraggiarli a partecipare?
Oltre ai soci fondatori, che sono aziende, prevediamo la partecipazione di tutti i cittadini.
I cittadini potranno entrare nella comunità energetica a costo zero, per poi avere un abbattimento di costi, quindi un ritorno economico. Prevediamo infatti che non ci siano quote in entrata per i cittadini; ovviamente andranno previsti dei meccanismi che non permettano l’entrata e l’uscita in tempi rapidissimi per poter garantire una corretta gestione e organizzazione, ma l’idea è proprio quella di far partecipare più cittadini possibili compatibilmente con il mantenimento dell’equilibrio produzione-consumo. Allo stesso tempo, intendiamo istituire un fondo che possa permettere ai cittadini in povertà energetica di avere degli incentivi, per poter dare un sostegno a chi è più in difficoltà.

Quali sono le stime relative alla riduzione delle emissioni di CO2 e al miglioramento dell’efficienza energetica grazie a questa iniziativa?
Ci sarà un’importante riduzione delle emissioni di CO2 dovuta al fatto che le aziende locali, che sono i soggetti che consumano di più, faranno parte della comunità energetica.
Inoltre, il tutto nasce da energia prodotta a livello locale, in un terreno con un impianto fotovoltaico sul nostro territorio, un terreno che già da tempo è destinato dal punto di vista urbanistico a questo scopo, poiché l’amministrazione comunale aveva già pensato e destinato uno spazio per un impianto fotovoltaico da mettere a disposizione per la comunità per beneficiare di incentivi e per guardare al domani in un’ottica di sostenibilità.

Qual è stato il supporto del Polo Tecnologico nel percorso intrapreso dal Comune di Capannoli? Ci sono collaborazioni con altre entità, come università, aziende o governi regionali, per supportare il progetto?
Essere affiancati dal Polo Tecnologico durante tutto il percorso è stato, è e continuerà a essere sicuramente fondamentale, perché competenze e professionalità come quelle del Polo Tecnologico non si trovano nei nostri comuni. Al nostro fianco ci saranno anche altre amministrazioni comunali che ricadono nel territorio su cui afferirà la comunità energetica. Al fianco del Comune di Capannoli, che si è fatto promotore di questa iniziativa, ci saranno il Comune di Palaia, il Comune di Casciana Terme-Lari, il Comune di Pontedera e anche il Comune di Ponsacco, tutti comuni che rientrano nel territorio di riferimento. Ci saranno inoltre anche degli istituti di credito che ci hanno già dato la loro disponibilità a supportare il nostro progetto nelle modalità che riterremo più opportune.

Qual è il modello economico della comunità energetica? Come viene finanziato il progetto?
Abbiamo scelto di costituire un’associazione riconosciuta, il cui patrimonio iniziale sarà dato dal conferimento di quote da parte dei soci fondatori, cioè le aziende fondatrici. Successivamente ci sarà un investitore, immaginiamo un privato, che realizzerà l’impianto fotovoltaico che sarà messo a disposizione della comunità energetica che riceverà incentivi dall’energia prodotta autoconsumata.

Quali iniziative sono previste per educare e sensibilizzare la popolazione locale riguardo l’importanza dell’energia rinnovabile e della sostenibilità?
All’interno del percorso per la costituzione della comunità energetica abbiamo previsto l’istituzione di una sorta di sportello informativo rivolto ai cittadini e alle imprese per dare loro informazioni e consulenze anche su eventuali opportunità di finanziamento. Si tratta di un’opera di comunicazione che vorremmo fare verso la comunità locale, creando proprio questo punto di aggregazione, informazione e comunicazione verso le imprese e i cittadini.

Quali sono le principali sfide che avete incontrato o prevedete di incontrare nella realizzazione del progetto?
Le principali sfide sono state quelle di rimuovere gli ostacoli esistenti.
Innanzitutto, far capire alla comunità qual è l’obiettivo della comunità energetica. Si tratta infatti di un obiettivo di medio e lungo termine: in un mondo in cui si tende ad avere tutto subito non è stato facile spiegare che i risultati si vedranno domani o dopodomani.
Poi, mettere insieme le aziende quale primo tassello della comunità energetica. Ciò è avvenuto a partire dal periodo pre-pandemia, quindi c’è stato un bel periodo di incubazione.
Un’altra sfida è quella di poter avere ancora più risorse a disposizione. Noi abbiamo avviato questo percorso perché siamo riusciti a intercettare risorse europee che ci hanno permesso di fare uno studio di fattibilità e lavorare a un business plan del nostro progetto di comunità energetica. Senza queste risorse, un comune piccolo come quello di Capannoli sarebbe stato in difficoltà a dare gambe a questa idea.
Una delle prossime sfide sarà quella di continuare a intercettare risorse, europee e non, per far sì che si possa proseguire speditamente.

Quali sono le prospettive di sviluppo a lungo termine per la comunità energetica nel vostro comune?
La Comunità Energetica è solamente un punto molto qualificante del capitolo che si intitola “Sostenibilità Ambiente Sostenibile” a cui questa amministrazione vuole ulteriormente guardare. Entreremo infatti a far parte della rete dei comuni sostenibili e continueremo con le buone pratiche che abbiamo adottato in questi anni, quali ad esempio i numerosi interventi di riqualificazione e efficientamento energetico. Abbiamo riqualificato tutto il patrimonio dell’edilizia scolastica inserendo pannelli fotovoltaici per l’efficientamento energetico, abbiamo rinnovato la pubblica illuminazione rendendola più efficiente dal punto di vista energetico e guarderemo ancora più lontano con altri interventi. La sostenibilità è uno dei pilastri fondamentali del lavoro che faremo a partire dalle scuole fino al mondo produttivo.

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